Da Benedetto Croce, L’Italia nella vita internazionale.
Discorso pronunziato in Roma il 21 settembre 1944,
Bari, Giuseppe Laterza & Figli Tipografi-Editori-Librai, 1944, 21 p.
Segnalazione del Dottor Giacomo De Crecchio
… l’Italia, vinta formalmente … non si adatta a essere considerata tra i popoli vinti, ma afferma il suo diritto di stare tra i vincitori.
… E costoro, codesti usurpatori, il fascismo raccolse in gran parte tra gli avventurieri, rozzi, ignoranti e senza scrupoli, innalzandoli ai sommi gradi, o alle «gerarchie» come le chiamava, dove poterono a loro agio rapinare e pompeggiare.
… a uno straniero che mi domandò se in Italia ci fossero ancora uomini valenti nei miei studi, e alla mia risposta affermativa mi chiese di dirgliene i nomi, io risposi che temevo col divulgare l’elenco nominativo, di fornire un documento alla polizia fascista.
… «che cosa domanda l’Italia?»… Ma, anzitutto, la restituita dignità dell’Italia, perché un popolo, se non riacquista la sua dignità, è insofferente e agitato, e non può neppure attendere al necessario lavoro. Il che è un danno ed un pericolo anche per gli altri popoli. La domanda si formula in due punti, il primo dei quali si è già enunciato essere riconosciuti di diritto, come già siamo nel fatto, alleati e partecipare con gli altri popoli alleati ai consigli del nuovo assetto dell’Europa.
… E poi, vinta la Germania, nella guerra, resterà sempre il problema della Germania, di questo popolo di alta attitudine tecnica, di forte disciplina, che nessuno vorrebbe distruggere o fiaccare, se anche fosse possibile perché mancherebbe o si fiaccherebbe con esso una forza indispensabile all’Europa …
… Signori, colui che vi ha parlato è bene innanzi negli anni e … Ma egli, come gli altri della sua generazione, è per intanto rassegnato alla tristezza di lasciare, dopo di sé, un mondo così diverso da quello, lieto di speranze e di fiducia, che ebbe intorno a sé nella sua adolescenza, negli anni del settanta, un mondo profondamente sconvolto e travagliato, pur sicuro che esso, che non vuole e non può morire, ricupererà un po’ prima o un po’ dopo le sue forze e ripiglierà la sua ascesa. Ma consentite che egli vi esprima un desiderio al quale non sa ancora rinunciare, che è di vedere, prima di chiudere gli occhi, l’arco celeste apparire, o almeno profilarsi, sull’orizzonte dell’Italia e del mondo.