Benedetto Croce, “l’ Italia nella vita internazionale”, l’attualità di un discorso del 21 settembre 1944

10 Aprile 2013
By

Da  Benedetto Croce, L’Italia nella vita internazionale.
Discorso pronunziato in Roma il 21 settembre 1944,
Bari, Giuseppe Laterza & Figli Tipografi-Editori-Librai, 1944, 21 p.

Segnalazione del Dottor Giacomo De Crecchio

… l’Italia, vinta formalmente …  non si adatta a essere considerata tra i popoli vinti, ma afferma il suo diritto di stare tra i vincitori.

 … E costoro, codesti usurpatori, il fascismo raccolse in gran parte tra gli avventurieri, rozzi, ignoranti e senza scrupoli, innalzandoli ai sommi gradi, o alle «gerarchie» come le chiamava, dove poterono a loro agio rapinare e pompeggiare.

 … a uno straniero che mi domandò se in Italia ci fossero ancora uomini valenti nei miei studi, e alla mia risposta affermativa mi chiese di dirgliene i nomi, io risposi che temevo col divulgare l’elenco nominativo, di fornire un documento alla polizia fascista.

 … «che cosa domanda l’Italia?»… Ma, anzitutto, la restituita dignità dell’Italia, perché un popolo, se non riacquista la sua dignità, è insofferente e agitato, e non può neppure attendere al necessario lavoro. Il che è un danno ed un pericolo anche per gli altri popoli. La domanda si formula in due punti, il primo dei quali si è già enunciato essere riconosciuti di diritto, come già siamo nel fatto, alleati e partecipare con gli altri popoli alleati ai consigli del nuovo assetto dell’Europa.

 … E poi, vinta la Germania, nella guerra, resterà sempre il problema della Germania, di questo popolo di alta attitudine tecnica, di forte disciplina, che nessuno vorrebbe distruggere o fiaccare, se anche fosse possibile perché mancherebbe o si fiaccherebbe con esso una forza indispensabile all’Europa …

… Signori, colui che vi ha parlato è bene innanzi negli anni e … Ma egli, come gli altri della sua generazione, è per intanto rassegnato alla tristezza di lasciare, dopo di sé, un mondo così diverso da quello, lieto di speranze e di fiducia, che ebbe intorno a sé nella sua adolescenza, negli anni del settanta, un mondo profondamente sconvolto e travagliato, pur sicuro che esso, che non vuole e non può morire, ricupererà un po’ prima o un po’ dopo le sue forze e ripiglierà la sua ascesa. Ma consentite che egli vi esprima un desiderio al quale non sa ancora rinunciare, che è di vedere, prima di chiudere gli occhi, l’arco celeste apparire, o almeno profilarsi, sull’orizzonte dell’Italia e del mondo.

Tags:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dieci anni

Archivio