L’attrice Giorgia Sinicorni: “Non m’interessano le battaglie senza amore”.

8 Febbraio 2013
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L’intervista.

ROMA – In attesa dell’uscita nelle sale del nuovo film “Tulpa” di Zampaglione, che ha ricevuto una menzione speciale al Courmayeur Noir Festival, l’attrice Giorgia Sinicorni (nella foto di Arash Radpour) sarà in scena dal 9 febbraio al 3 aprile con lo spettacolo “Gabriele D’annunzio, tra amori e battaglie” di Eduardo Sylos Labini, tratto da “L’amante guerriero” di Giordano Bruno Guerri. Lo spettacolo utilizza un nuovo format teatrale unconventional: “Disco Teatro”, così ribattezzato dalla critica – mette in scena una consolle dj ed è proprio sulle sonorità mixate e suonate dal vivo dal dj che gli attori – Edoardo Sylos Labini nei panni del Vate e le quattro donne più importanti della vita di d’Annunzio – interagiscono, arrampicandosi sui crepacci dei suoni e giocando con i ritmi dei piatti. La tournée partirà da Chieti il 9 febbraio toccando Catania, Roma dal 7 al 17 febbraio, e poi Torino, Milano e Trieste. A Fattitaliani Giorgia Sinicorni parla del suo personaggio…

Amelie Mazoyer – dice – è stata la governante di D’Annunzio per 30 anni… nella realtà ha tenuto un minuzioso diario di tutto ciò che accadeva attorno al poeta, della vita quotidiana al Vittoriale… è l’unica che aveva accesso a tutti i segreti dell’eccentrico mondo d’annunziano.

Come si evolve nello spettacolo?
Sulla scena si vede il passaggio da “timida cameriera di campagna” a donna raffinata e vendicativa, costretta a procurare e istruire le concubine che il Vate ogni giorno esigeva nelle sue stanze.

In che modo Aelis Mazoyer è emblematica nello spiegare i rapporti del poeta con le donne?
Il rapporto tra Aelis (soprannome datole da D’Annunzio) e il Vate è un tipico rapporto servo-padrone, nel senso più profondo e anche perverso del termine e come tale subisce nel corso del tempo delle oscillazioni da un estremo all’altro dei poli sottomissione-dominanza. Aelis non è aristocratica, ma forse proprio per questo è la sola ad accettare tutto ciò che D’Annunzio fa, senza alcuna pretesa e questo fa sì che lei sia di fatto la donna che gli sta accanto più a lungo in assoluto.

E personalmente, che ricordi hai degli scritti di D’Annunzio a scuola?
Al mio esame di Maturità sono stata interrogata su D’Annunzio, ricordo che il commissario voleva che gli dicessi che le “i” della poesia “La pioggia nel pineto” simboleggiavano la pioggia… ovviamente non mi era nemmeno passato per l’anticamera del cervello!

Per Giorgia Sinicorni, i rapporti nel mondo dello spettacolo si caratterizzano più per “amori” o “battaglie”?
Dipende dagli ambienti: purtroppo ce n’è di tutti i tipi… credo che alla base dei grandi amori ci sia sempre qualche battaglia, ma portata avanti con correttezza e passione. Le battaglie senza amore, per il puro potere sono inutili, e non le comincio nemmeno.

E del film “Tulpa” che ci dici?
TULPA è stata un’esperienza affascinante e faticosa, mi hanno tenuta legata ad un letto per molte ore. Apro il film con una scena forte, che ha destato molta attenzione nei festival… è un film di genere e come tale si può permettere di essere estremo senza paura di strafare. Per un attore è una bellissima occasione di sperimentarsi.

Giovanni Zambito

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