Hanno studiato per tanti anni, si sono laureati brillantemente, hanno atteso a lungo, hanno affrontato l’attesa con una puntigliosa preparazione, si sono confrontati con decine di migliaia di concorrenti, hanno superato una dura selezione. Ora, però, la loro fatica rischia di essere vanificata da un “andazzo” che è irriguardoso per il nostro Paese definire “all’italiana”.
Parliamo di “ragazze” e “ragazzi” quasi trentenni che, dopo laurea, stage, dottorato di ricerca, tirocinio, hanno affrontato la prima prova del concorso nazionale per 855 funzionari dell’Agenzia delle Entrate. Per loro è proprio il caso di … dire “uno su mille ce la fa”: ce l’hanno fatta, anche se era solo il primo passo di un concorso il cui bando, pubblicato ormai un anno e mezzo fa, prevede ancora altre prove, ma i soliti ricorsi di chi non ha superato la prima fase potrebbero riportare tutto al punto di partenza.
Intanto passano mesi e mesi, la nuova prova è stata ripetutamente rinviata e anche i progetti di vita di questi ragazzi sono rinviati a un futuro sempre più incerto.
Questa volta, a fianco dei ragazzi che si sono distinti per i loro meriti professionali, c’è la stessa Agenzia delle Entrate, che si è costituita nella controversia promossa da Codacons – associazione che si è fatta portavoce di un esiguo numero di concorrenti che non ha superato la selezione iniziale – con ricorso al Tar del Lazio volto a ottenere la sospensione cautelare e l’annullamento dell’intero concorso. E così per mesi la procedura concorsuale ha subito un arresto, in attesa della pronuncia del Tribunale sulla fondatezza delle presunte irregolarità, peraltro non provate, della selezione svolta l’8 giugno scorso.
Il 20 dicembre è stata pubblicata l’ordinanza cautelare della II Sezione del Tar del Lazio con cui si apprende, con sconforto tra i concorrenti idonei alle successive prove, che il concorso è ufficialmente sospeso, in attesa della decisione di merito rinviata al 20 marzo prossimo.
Ovviamente ognuno ha il diritto di presentare ricorso per eventuali irregolarità ma, se ce ne fossero state, occorrerebbe denunciare i colpevoli con nomi, cognomi e fatti, individuare responsabili e complici, non far pagare il prezzo a chi ha seguito un percorso regolare e ha superato la prima fase del concorso.
Troppo spesso si crea un polverone per mettere tutti sulla stessa zattera destinata al naufragio. Non è giusto, non è corretto, non si può alimentare ulteriormente la sfiducia nelle istituzioni che già tanti danni ha creato. Se ci sono state irregolarità, non si facciano pagare ad altri le colpe di eventuali imbroglioni.
Ragazzi che avete superato la prima prova del concorso non siete soli. Con voi c’è l’Italia migliore che crede nel merito e conosce i vostri sacrifici, che è vicina alle vostre attese e alle vostre speranze, che chiede che prosegua regolarmente il percorso selettivo che darà al nostro Paese funzionari efficienti e preparati per le nuove sfide. E intanto confida che le istituzioni che si stanno occupando del caso intervengano prontamente e selettivamente, per punire solo chi ha commesso irregolarità, non coloro che hanno dimostrato con il superamento della prova la loro serietà professionale.
Felice d’Adamo
direttore “Italia Italy”