Teo Teocoli ricorda con nostalgia il periodo passato a Chieti
come militare di leva al 123° reggimento “Chieti”
e il suo diretto superiore l’allora Ten. Giuseppe Tempesta
dal quale veniva continuamente punito
per il suo spirito esuberante
In un articolo apparso sul quotidiano abbruzzese “Il Centro” a firma di Giuliano Di Tanna dichiara: “la mia caserma? Fatene un bel Parco“.
Teo Teocoli ha un rapporto speciale con il 123° reggimento di fanteria, sciolto il 27 settembre 2012.
Lì il comico milanese (tarantino di nascita) ha trascorso tre mesi della sua vita, nell’estate del 1972, come militare di Leva. Aveva 27 anni quando arrivò al reparto per assolvere al suo dovere costituzionale (articolo 52 della Costituzione).
Teocoli, a modo suo, racconta la sua avventura: “La chiamata sotto le armi mi arrivò quando non me l’aspettavo più. Avevo in corso la pratica per risultare capo famiglia. Stavo tranquillo, insomma, quando una mattina, mi si presentano a casa, a Milano, due carabinieri che mi fanno: lei deve presentarsi subito in caserma altrimenti risulta renitente alla leva e l’arrestiamo. E io. In caserma dove? A Chieti. E loro. Caserma Berardi. Per me era una roba che mi cambiava la vita. Avevo già 27 anni, un discreto successo come cantante e cabarettista. Il giorno in cui partii per Chieti iniziava la stagione al Derby dove mi esibivo. La sera, mi ricordo, dalla caserma chiamai gli amici a Milano. Non volevano crederci : dove chiacco stai, Teo? E io a Chieti. E loro: a Chieti? E cazzo ci fai lì? C’è lo spettacolo stasera, te ne sei scordato? E io: stò in caserma faccio il militare da oggi. Roba da non crederci.
Il primo giorno alla Berardi fu traumatico. Appena arrivato, mi portano dal barbiere, racconta. Mentre stò ancora dicendo che vorrei un taglio così e cosà, lui tira fuori un rasoio e in dieci secondi mi rapa a zero. Così, pelato come mi ritrovo, mi danno una mimetica di due taglie più grandi e mi mettono in mano la scopa: adesso spazza tutto tutto il piazzale. Avete presente quanto è grande il piazzale della Berardi? Io, invece, con la scopa in mano mi metto a fare le mosse alla Jerry Lewis. Così finisco subito in punizione. La prima di una lunga serie. Mi ricordo il tenente Tempesta che, ogni due per tre, quando facevo il buffone all’adunata, saltava su: Teocoli, stai punito, prendi il materasso e vai in cella di rigore. Poi Tempesta, che era una brava persona, finiva quasi sempre per perdonarmi. Ma io ero davvero incontenibile. Mi piaceva ascoltare la radio anche quando ero in servizio. Così avevo questo transistor che avevo nel taschino.
Teocoli continua il suo racconto ricordando uno scherzo di cui si rese protagonista con un commilitone un pochino “ciula” ed il rapporto con la città di Chieti, dove, durante la libera uscita, benchè fosse un bel giovane, veniva ignorato dalle ragazze del luogo.
La mia avventura sotto le armi finì prima del tempo. Era agosto. Un ufficiale mi disse che mi davano il congedo anticipato, per quella storia del capofamiglia, ma anche perchè, mi confessò: con le cose che fai quì appena vai al reggimento ti arrestano (?) Aveva ragione lui non pensavo che a far ridere, a fare scherzi.
Ricordando il servizo di Leva, la stragrande maggioranza di chi lo ha vissuto lo rivive con nostalgia. Certamente, era un periodo in cui i giovani venivano staccati dalle loro famiglie e costretti ad una vita “diversa” dal quotidiano, ma dopo il primo periodo di ambientamento si adattavano a vivere in una nuova società che tanto li faceva crescere caratterialmente ed umanamente.
La svolta, si è avuta con la legge 226/2004 (che ha portato alla sospensione del Servizio di Leva) con cui si porta a compimento la professionalizzazione delle FFAA iniziata con la legge 331/2000. La necessità della revisione è stata condivisa da tutte le principali forze politiche. Uno dei principali motivi del cambiamento risiedeva nella forte specializzazione richiesta dalla tecnologia dei nuovi armamenti e da un impiego sempre più frequente fuori del territorio nazionale che richiede un continuo addestramento.
La fantasia del comico Teo Teocoli emerge anche da questo racconto, ha già una volta ricordato il periodo passato nella Berardi durante uno spettacolo a Chieti.L’ anno era il 1969 , arrivò con una folta chioma , recitava nello spettacolo HAIR , avevamo una rivista con le sue foto. Lo ricordo benissimo, era nella mia compagnia ( la 3^), addestrato da un caporale istruttore di nome Antonio Di Pietro (proprio lui). Il battaglione non ancora aveva un nome. era denominato BAR CHIETI,ricordava un caffè !.Vorrei chiedergli della ” storia del capofamiglia” che lo rispedì a casa dopo circa tre mesi e delle “visite parenti ” che riceveva , necessarie per i permessi di uscita. Ma va bene così , i ricordi della naia, anche se suscitano nostalgia ( perciò non era un periodo così brutto) per forza di cose devono essere esagerati altrimenti come si può giustificare il mugugno !!