La Somalia sembra avviarsi versa la soluzione della crisi politica e sociale che da decenni attanaglia il paese. Le istituzioni provvisorie (Presidente, Governo e Parlamento) nominate dalla conferenza di pace di Nairobi nel 2004, hanno esaurito il loro compito con l’approvazione della bozza della nuova Costituzione che prevede uno stato federale.
La nuova costituzione, che per diventare definitiva deve essere sottoposta a referendum popolare, si compone di 137 articoli e si ispira alla Shari’ah. L’articolo 2, infatti, prevede che nessuna legge può essere contraria ai principi dell’Islam, riconosciuto come religione di stato.
Il Parlamento è composto dalla Camera del Popolo e da una Camera Alta (una specie di Senato federale con rappresentanti degli stati membri).
Il nuovo parlamento, riunito a Mogadiscio, ha eletto Sheikh Hassan Mohamud presidente del paese, tra una rosa di 25 candidati comprendente il presidente uscente, Sharif Sheikh Ahmed, e il primo ministro, Abdiweli Mohamed Ali. I lavori dell’assemblea si sono svolti a Mogadiscio sotto il controllo del contingente internazionale dell’Unione Africana.
E’ la prima volta che una carica istituzionale viene eletta in territorio somalo dove la sicurezza è assicurata da un contingente dell’Unione Africana, schierato nella capitale, e da truppe etiope (sia direttamente sia attraverso truppe locali) in altre aree del paese. Le condizioni di sicurezza sono migliorate con la cacciata degli Shabab (milizie islamiste legate ad Al Qaida) da Mogadiscio che tuttavia controllano ancora molte aree del paese.
Il ministro degli esteri italiano Giulio Terzi e quello della Difesa Giampaolo di Paola, in un incontro con il primo ministro del governo nazionale di transizione Abdiweli Mohamed Ali (tenuto a Roma nel febbraio 2012) avevano ribadito l’impegno dell’Italia a favore della Somalia, in particolare per i capitoli della lotta alla pirateria e al terrorismo.