SIRIA: MISSIONE ONU DI SUPERVISIONE

19 Maggio 2012
By

Il 21 aprile 2012 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con la risoluzione 2043 ha istituito la missione di supervisione in Siria ( UNSMIS – United Nations Supervision Mission In Syria), inizialmente per un periodo di 90 giorni, che prevede la dislocazione di Osservatori Militari disarmati fino a un massimo di 300 ed una componente di personale civile; la forza al 17 maggio era di 257 Militari e 71 civili.

Compito della missione, monitorare:
– la cessazione della violenza armata in tutte le sue forme;
– l’applicazione del piano Annan in sei punti, accettato dal regime siriano, che chiede di porre fine alla violenza, l’accesso delle agenzie umanitarie per fornire assistenza ai bisognosi, il rilascio dei detenuti, l’inizio del dialogo politico globale che tenga conto delle aspirazioni del popolo siriano e l’ingresso illimitato nel paese per i media internazionali.

Il segretario Generale Ban Ki-moon ha nominato il Generale di Brigata Robert Mood, norvegese, capo militare della missione.

L’Italia contribuisce alla missione con personale militare (sono già partiti i primi 5 militari dell’Esercito) e con velivoli della 46^ Brigata Aerea di Pisa per il trasporto aereo di mezzi ed equipaggiamenti.

Nelle aree dove gli osservatori sono stati dislocati,  accolti favorevolmente sia dalle autorità che dall’opposizione, si è registrata una diminuzione degli episodi di violenza, ma è presto per dare un giudizio definitivo.
Il 15 maggio scorso un convoglio di osservatori militari è rimasto coinvolto dall’esplosione di un ordigno esplosivo. Tre veicoli sono rimasti danneggiati, ma non ci sono stati feriti tra il personale che è stato prelevato da una squadra di pattuglia nella zona.
Si osserva, infine, che le caratteristiche di alcuni attentati, ordigni esplosivi contro civili innocenti, denotano la presenza di attori terzi non ancora ben identificati, anche se alcuni analisti ne attribuiscono la paternità alla presenza  del gruppo terroristico al-Qaeda.

 

 

 

 

 

Tags:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dieci anni

Archivio