Quando la vita raggiunge la vecchiaia, o quasi,
si avvicina al tramonto e si matura
il diritto alla percezione dell’ASSEGNO SPECIALE,
le ansie della giornata si dissolvono e il tempo rallenta.
Anzi no. Il tempo passa più veloce.
Superati gli affanni della vita attiva,
l’anziano/pensionato, vive il tempo vago dell’attesa.
Per molti riguardi egli ritorna quel fanciullo
a cui Cristo ha predicato di ritornare.
E’ noto che gli anziani hanno una tenace memoria dei tempi lontani e, purtroppo, dimenticano le cose intorno a loro. Questa cari lettori, non è una malattia: é la condizione del Saggio o, se volete, del Vecchio. O come ipocritamente oggi si dice, del Grande Adulto.
Nei tempi andati, quando non erano stati inventati i Centri sociali e quando non si sbandieravano simboli della miseria e del sottosviluppo, quando non c’erano i “disobbedienti”, i “no global” e i “NO TAV”, agli anziani si dedicava uno speciale rispetto di ascolto. Forse perché tutti erano meno impegnati. Oggi si é affaccendati anche nel tempo libero, nelle vacanze, che si consumano in fretta perché il tempo è danaro. Danaro che se ne va. E allora l’anziano, con la sua lenta saggezza diventa un peso. Diventa un peso ahimè, anche per la Cassa di Previdenza Forze Armate che, nonostante i contributi versati durante tutta la vita lavorativa, è restia ad adeguare l’Assegno Speciale all’aumentato costo della vita nel momento in cui l’anziano richiede cura, amore, attenzioni. E, sempre pronta a sospendere l’erogazione dello stesso, chiede il “certificato di esistenza in vita”. O, in alternativa, e per ostentata delicatezza, chiede conferma del recapito postale e delle coordinate bancarie. Una sorta di ipocrisia amministrativa.
Per molti si pone il problema di dove piazzarlo. Come liberarsi della sua noiosa saggezza, del suo quotidiano bisogno di cure. Chi non ricorda quel significativo brano di Domenico Modugno: “Il vecchietto dove lo metto ?” Come per i bambini ci sono gli asili e le colonie, come per gli animali domestici ci sono i canili e le autostrade, per l’anziano c’è la casa di riposo. L’ospedale. E perché no? L’ospizio.
La colpa degli anziani è quella di essere in troppi. Oppure no. E’ quella di vivere. La crudeltà e la durezza dei nostri tempi si misurano dal trattamento riservato agli anziani, che spesso hanno dedicato allo Stato ed alla Società l’intera vita ed ora, ahimè, chiedono gli ultimi riguardi. Gli anziani sono una risorsa. Si sente spesso dire alla televisione. Si. Sono una risorsa per le case di riposo e per le badanti. Ma per la Cassa di Previdenza sono un peso. E che peso!!!
Chissà se sono dello stesso parere il Ministro della Difesa e quello dell’Economia e delle Finanze. Se poi l’anziano (con le stellette) è in attesa del decreto definitivo di pensione, vive in uno stato d’ansia per timore di essere vittima di un “indebito pensionistico”. Vive con quotidiani attacchi di panico. Ad ogni lettera ad ogni raccomandata. Anche se il mittente è l’amministratore condominiale e non l’INPS ex l’INPDAP. Gli stati d’ansia e gli attacchi di panico si moltiplicano durante la discussione della finanziaria nel timore che siano bloccate le perequazioni come avvenuto in tempi passati e avviene per quelli avvenire. Quasi a significare che l’enorme debito pubblico sia colpa dei pensionati e non degli sciagurati costi della politica.
Mi congratulo con gli amici Aquilani per questo sito molto ben fatto, sicuramente impegnativo da mantenere ; l’articolo non ha bisogno di commenti se non di un simpatico BRAVO all’estensore !
Diffonderò il vostro sito tra i Soci del Gruppo di Milano, di cui sono Presidente.
Un abbraccio Antonio Torsiello
Caro Enzo
all’inizio del governo Monti, mi colpì la tua profezia: ” Ci saranno suicidi per eccesso di tasse”. Oggi preoccupa e rattrista l’eccesso di suicidi tra i piccoli imprenditori, tra i disoccupati tra i detenuti in attesa di giudizio.In confronto,i pensionati con badante o ricoverati in dignitose case di riposo, possono considerarsi fortunati.Tra l’altro,l’Ocse sostiene che l’Italia ha il record della spesa pensionistica in Europa, pari al 14% del Pil,rispetto alla media OCSE del 7,2%.
Ti leggo e ascolto sempre con piacere e viva simpatia. Ciao. Michele