RICOSTRUZIONE ALL’AQUILA

21 Gennaio 2012
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A TRE ANNI DEL TERREMOTO LA RICOSTRUZIONE
DEI CENTRI STORICI STENTA ANCORA A PARTIRE
IL GOVERNO MONTI HA EMANATO L’ORDINANZA
N° 3996 PER DISCIPLINARNE GLI INTERVENTI

Limitiamo il commento ai primi due articoli di interesse generale, tralasciando, per ora, i successivi di carattere tecnico – economico, sui quali si è acceso il dibattito politico e tutti gli schieramenti si dichiarano insoddisfatti.

O. P. C. M.  del n 3996 in data 17 gennaio 2012
– Governo Monti –

Ulteriori interventi urgenti diretti a fronteggiare gli eventi sismici verificatisi nella regione Abruzzo il giorno 6 aprile 2009 e ad accelerare il processo di ricostruzione degli edifici ubicati nei centri storici.

articolo 1, comma 1

“Gli interventi di riparazione e ricostruzione degli edifici danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009 ubicati nei centri storici sono realizzati attraverso piani di ricostruzione predisposti ai sensi dell’articolo 14, comma 5-bis, del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77, anche per piani stralcio, ferma restando la necessità di un previo documento pianificatorio unitario che illustri l’assetto generale e gli indirizzi da seguire in fase di ricostruzione e sia accompagnato da una stima di massima dei costi riguardanti l’intero perimetro del centro storico”.
Da una lettura, anche superficiale, di tale articolo emerge la necessità improrogabile e preliminare di una programmazione della ricostruzione, esigenza che d’altronde già da più parti è stata rappresentata e continua ad essere rivendicata. In sostanza, è prioritario ricostruire il Centro Storico, ma, perché la ricostruzione sia “efficace”, non si può prescindere da un quadro d’insieme che fissi le priorità e gli obiettivi generali. Calare i particolari nel generale viene da sé, ma viene dopo.
L’articolo parla di “previo documento pianificatorio unitario”, strumento che dovrebbe servire ad individuare ed illustrare l’assetto generale e gli indirizzi da seguire in fase di ricostruzione. Per essere espliciti, interventi “fatti in casa” non sono più tollerabili. Erano ammissibili – o potevano esserlo – nell’immediata emergenza, nei giorni e mesi a ridosso dell’evento e, d’altronde, dimore di fortuna sono spuntate come funghi di qua e di là. Oggi, a quasi tre anni, non può essere più tollerato il “mattone selvaggio” e ciò è tanto più vero quando il discorso investe il Centro storico, evidente biglietto da visita di qualsivoglia agglomerato urbano.
Purtroppo, ad oggi non sembra esistere alcun “documento pianificatorio unitario”, conseguentemente i tempi di ricostruzione si allungheranno ulteriormente con danni a scapito dei tanti proprietari, magari con case classificate “A”, “B” o “C”, che vorrebbero rientrare nelle loro abitazioni.

articolo 2

Il Comune autorizza prioritariamente gli interventi volti al ripristino ed alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria connesse agli interventi da realizzare nelle aree dove insistono gli edifici singoli ubicati nei centri storici, conformi alle disposizioni degli strumenti urbanistici ed edilizi vigenti, stabilendone tempi, modalità di esecuzione ed oneri”. Anche il contenuto di tale articolo appare condivisibile e scontato: preliminare a costruzioni o ricostruzioni sono le opere di urbanizzazione primaria, cioè fogne, tubi per l’acqua ed il gas, per citare solo alcuni esempi evidenti. Ovviamente, l’autorizzazione di tali interventi è propedeutica a tutto il resto: è razionale e ragionevole oltre che economicamente efficiente. Tuttavia, non è ancora chiaro dove trarre le risorse per tali opere.
Ciò che suona più stonato è l’inciso “conformi alle disposizioni degli strumenti urbanistici ed edilizi vigenti”: all’Aquila il piano regolatore doveva essere rinnovato già ben prima del terremoto, quindi, rifarsi alle disposizioni vigenti significa attenersi a qualcosa di “vecchio” e – chissà – ad oggi anche superato. Insomma, l’applicazione di tale Ordinanza provocherà delle conseguenze a catena che potrebbero consentire alla Città di porsi all’avanguardia, anche tecnologica, rispetto ad altre realtà territoriali. Si tratta di un’opportunità da cogliere con lungimiranza e visione futura da parte della classe dirigente. Non si tratta di nulla di facile, ma è quello che la gente si aspetta da chi è preposto ad amministrare, anche in considerazione del lungo tempo trascorso e delle legittime aspettative di tutti, proprietari, professionisti, collettività.  

Francesca Bocchi

Raffaele Suffoletta

 

 

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