– I Talebani e la pace in Afghanistan –
I talebani, movimento prevalentemente di etnia Pashtun, sono apparsi alla ribalta internazionale nel 1994 nel nord del Pakistan in seguito al ritiro delle truppe sovietiche dall’Afghanistan.
E’ opinione diffusa che il movimento abbia avuto origine in Pakistan, nelle Madrasse (scuole religiose), in parte finanziate con denaro dell’Arabia Saudita che predicava una linea dura dell’Islam Sunnita.
Partendo dall’area territoriale a cavallo tra Pakistan e Afghanistan – nelle zone Pashtun – i talebani dopo una sanguinosa guerra civile conquistarono l’intero Afghanistan (escluse tre regioni nord occidentali) e, una volta al potere, ristabilito l’ordine sociale, imposero la propria versione austera della Sharia, o legge islamica. Esecuzioni pubbliche di assassini e delinquenti, lapidazione per adulteri, amputazioni di una o entrambe le mani per le persone riconosciute colpevoli di furto. Vietata la televisione, la musica e il cinema. Proibizione del lavoro femminile ed esclusione dalle scuole delle ragazze sopra i 10 anni. Gli uomini erano tenuti a farsi crescere la barba e le donne costrette ad indossare il burqa.
Dopo l’attentato alle Torri Gemelli dell’11 settembre 2001, accusati di fornire aiuto e rifugio a Osama Bin Laden ed al movimento di al-Qaeda, furono attaccati da una coalizione internazionale guidata dagli USA e cacciati dal potere in Afghanistan.
Recentemente sono tornati alla ribalta internazionale con una serie di attentati suicidi e con l’uccisione di generale Mohammad Daud Daud, comandante della polizia per l’Afghanistan settentrionale. Indubbiamente rappresentano una forza combattente formidabile e una grave minaccia per il governo afgano. Senza un accordo politico con i talebani non si potrà avere pace.
L’annuncio dei talebani di aprire un ufficio di rappresentanza in Qatar è visto come un passo positivo verso l’inizio dei negoziati, ma la diffidenza da entrambe le parti rimane alta.
Per la NATO, la più forte coalizione della storia, l’obiettivo principale resta l’instaurazione di un governo autorevole che, nel rispetto delle norme del diritto internazionale, non sia mai più
disposto a dare ospitalità e sostegno al terrorismo. Ritirarsi dal paese senza aver raggiunto un tale obiettivo costituirebbe una sconfitta strategica per l’intera l’Alleanza; gli islamisti radicali avrebbero nuova linfa e, pensando di poter fare qualsiasi cosa, rappresenterebbero una minaccia alla nostra libertà. Forse anche il declino della supremazia occidentale.