IL NUOVO VOLTO DELLE FORZE ARMATE

10 Gennaio 2012
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Forze Armate, una risorsa per il Paese.

In ricordo della fine della I Guerra Mondiale (4 novembre 1918), la festa del 4 novembre è dedicata alle Forze Armate ed all’Unità nazionale, unica festa ad aver “resistito” negli anni fino al 1977, quando fu dichiarata “festa mobile”.
E’ stato grazie all’interessamento dell’ex Presidente della Repubblica, Carlo A. Ciampi, che le celebrazioni in onore delle Forze Armate sono state mantenute in vita e rivitalizzate nel tempo. L’orientamento di alcune “fazioni” politiche sarebbe stato nel senso di eliminare tali ricorrenze, intese più come giorni di lutto che come vere e proprie feste.
Oggi si tratta di interrogarsi sul ruolo che le Forze Armate svolgono. Che senso ha essere militari oggi? O meglio, ha ancora un senso essere militari?
Se già si pone attenzione a come si sono svolte le due Guerre mondiali, ci si rende conto che, a distanza di circa 20 anni, la differenza nelle modalità di svolgimento è stata abissale. Laddove la Grande Guerra è stata una guerra di trincea, quindi statica, la Seconda è stata una guerra di movimento nel vero senso del termine. La guerra è stata letteralmente “portata” e spostata sui vari fronti caldi dagli eserciti in marcia.
Superata la “guerra fredda”, combattuta a colpi di spie e non sui campi di battaglia si è innescato un dibattito sul futuro del “nuovo ordine internazionale”. I nuovi rischi discendono dalla proliferazione delle armi di distruzione di massa e dal terrorismo. Dal settembre 2001 siamo di fronte ad un altro concetto di “guerra”, la “guerra asimmetrica”: il terrorismo ci ha abituato ad azioni eclatanti, “mordi e fuggi”, sanguinosissime, praticamente senza più confini. Nessuno è più in salvo, il kamikaze di turno potrebbe colpire ovunque. Il terrorismo ha introdotto nuovi cambiamenti all’ordine internazionale.
In tale contesto, le FF.AA. hanno aggiunto alla loro tradizionale funzione di Difesa della Patria una nuova ragion d’essere che potremmo definire “solidaristica”. O meglio, nell’ampliare il  proprio raggio d’azione, accanto a quanti rischiano la vita nelle missioni all’estero, si pongono quelli che “servono” la collettività in Patria: un contributo alla “Sicurezza”, una risorsa per il “Paese” sempre disponibile. Il servizio si esprime nel sostegno alla popolazione in occasioni di emergenza, come abbiamo avuto modo di constatare direttamente nell’aprile 2009 a L’Aquila nel dopo terremoto, a Napoli nell’emergenza rifiuti, e nelle varie città in concorso alle Forze di  Polizia, e non solo.
Le Forze Armate svolgono quali compiti istituzionali la salvaguardia delle libere istituzioni e il concorso in caso di pubbliche calamità o in altri casi di straordinaria emergenza.  Attività che spesso passano del tutto inosservate.
In tali circostanze, il supporto materiale e “morale” è stato essenziale: nel complesso, la gente si sente rassicurata e protetta, si “affida”, sa di poterci contare.
In definitiva, non è mutato il rapporto della gente con i militari, bensì il ruolo che questi ultimi svolgono nella e per la società civile.
Questo comporta che le FF.AA. diventino sempre più specializzate e pronte a rispondere non solo ad attacchi armati, cosa per la quale sono istituzionalmente “vocate”, ma anche a differenti esigenze provenienti dalla società civile. In tal senso sta evolvendo la figura del militare nel mondo occidentale, in tal senso è doveroso che evolva.
Le FF.AA., come tutte le espressioni della società, devono tener dietro ai cambiamenti e tenere il passo, non solo in senso metaforico. Trattandosi di antenne terminali sul mondo, sono fra le prime entità ad accorgersi dei mutamenti e a doversi adeguare ad essi.
In definitiva, è questo il nuovo volto delle Forze Armate, il nuovo posto che esse occupano nel mondo, se non altro in quello occidentale.

Raffaele SUFFOLETTA,

Francesca BOCCHI.

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