IL FUTURO DELL’ ITALIA

13 Novembre 2011
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Gli italiani e la politica

Da qualche giorno si rincorrono voci relative alla possibile nomina di Mario Monti a Primo Ministro ed i mercati sembrano gradire. Anche gli Italiani stanno dimostrando di apprezzare visto che, come dice Severgnini, “gli Italiani non sono stupidi”.
Forse dovremmo ripetercelo tutti i giorni: noi Italiani accettiamo supinamente, in modo passivo, la Politica, la subiamo, ma non siamo stupidi. Siamo, al contrario, ben consapevoli di ciò che abbiamo intorno e, quando necessario, lo facciamo “pesare”. Presumibilmente, è questo il momento giusto per metterlo in evidenza, senza violenze ma con gli strumenti che la Democrazia mette a disposizione di chi intende servirsene.
A dimostrazione di ciò, in base ad un recente sondaggio, il 96% degli Italiani intervistati ritiene importante intervenire sui costi della Politica: si cominci da lì per poi chiedere “lacrime e sangue” al popolo!
In passato, d’altronde, gli eletti erano rappresentanti di coloro che avevano contribuito con il loro voto a mandarli in Parlamento; oggi, a seguito dell’inevitabile evoluzione democratica dei popoli, questo principio non vale più. Gli eletti rappresentano il popolo nella sua interezza, senza “rischiosi” vincoli di mandato.
Principio alla base di tutto resta quello della “rappresentanza”: i politici sono dove sono perché il popolo ha ritenuto di designarli, essi sono al servizio della collettività ed a questa devono comunque rendere conto nel senso più pieno del termine. Il corto circuito sembra essere proprio qui: troppo spesso la Politica mostra di dimenticare il popolo, per il quale invece dovrebbe operare e nel cui interesse prodigarsi; troppo spesso gli interessi della politica prevalgono rispetto agli interessi del Paese reale ed il divario fra la gente ed i palazzi del potere si fa sempre più ampio, con ciò determinando un pericoloso allontanamento fra i due lati di una stessa medaglia.
Questo produce a cascata effetti negativi, spesso anche violenti, ovviamente da reprimere, ma tutto sommato comprensibili, o almeno facilmente interpretabili in tale ottica.
Nell’attuale difficile situazione economica si ha l’impressione che l’Italia sia andata “oltre”: oltre la Politica, oltre il Potere, oltre le chiacchiere sterili.
La gente – gli Italiani – è pronta ad affrontare sacrifici, l’ha dimostrato già in passato con il Governo Prodi per l’entrata nell’euro, con i Governi Amato e Ciampi prima dell’esperienza “prodiana”.
Ovviamente, i sacrifici proposti devono essere credibili, credibili devono soprattutto essere coloro che li chiedono.
Torna, quindi, l’esito del sondaggio: la Politica deve dimostrare al Paese reale che si mangerà tutti di meno, si farà a meno di viaggi per un po’, tutti pagheranno i biglietti dell’autobus, tutti pagheranno le tasse. Banalità, si dirà, considerazioni scontate in apparenza, eppure in Italia siamo a questo.
L’auspicio è che, se la Politica si ridimensiona, se si ridurranno interessi e personalismi, alla Politica si riavvicinerà anche chi ha voglia di fare senza aspettarsi molto in cambio.
L’auspicio, insomma, è che si riesca ad imprimere un’inversione di rotta e ricondurre la nostra nave in acque più tranquille e limpide di quelle che attualmente ci troviamo ad attraversare.

 

Francesca Bocchi 

 

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