IL GENERALE RUGGIERI CONSULENTE GIURIDICO AMMINISTRATIVO
DELL’ANUPSA (ASSOCIAZIONE NAZIONALE UFFICIALI PROVENIENTI DAL SERVIZIO ATTIVO) ALLA SOGLIA DEGLI ANNI OTTANTA
MINACCIATO DI ESSERE PUNITO
DAL DIRETTORE GENERALE DEL PERSONALE MILITARE
Da anni l’Associazione Nazionale Ufficiali Provenienti dal Servizio Attivo e segnatamente, oltre al Presidente Gen. Mauro Riva ed il Gen. Paolo Palmieri anche chi scrive, nella qualità di consulente giuridico amministrativo, ha più volte illustrato, con termini domestici, le norme capestro che regolano la concessione dell’Assegno Speciale già gestito dalla Cassa Ufficiali, ora dalla Cassa di Previdenza F. A..Le varie iniziative sono finite nel nulla o quasi. Fatta salva una capillare informazione sulla discutibile disciplina legislativa che ne regola il diritto e la corresponsione.
Alla ricerca di un personaggio competente ed utile alla bisogna, ho individuato nel Direttore Generale di Persomil l’interlocutore ideale con cui dialogare e quindi proporre a chi di competenza una normativa previdenziale uguale alle altre discipline del settore.
Premesso che per avere diritto all’Assegno Speciale occorre “subire” una ritenuta durante tutta la vita lavorativa, i motivi di tale scelta erano tre:
- la ritenuta colpisce il trattamento economico degli ufficiali in servizio dell’Esercito e dei Carabinieri. Ritenuta che, in tempi successivi, si traduce o si dovrebbe tradurre in “Provvidenza”, se non si è tolti, anzitempo, dal mondo ei vivi. Se si premuore si perdono vitalizio e contributi;
- l’alto Ufficiale è interessato, come tutti gli ufficiali dell’Esercito e dell’Arma, sia quale soggetto passivo di ritenuta sia quale potenziale fruitore dell’Assegno Speciale;
- ha presieduto, in quanto tale, il 1° Convegno sulle Pensioni organizzato dall’Associazione Nazionale Ufficiali dell’Aeronautica,
ero pertanto certo che il citato personaggio fosse l’interlocutore privilegiato per un approfondimento del problema prima, ed una successiva condivisione. Condivisione che si sarebbe potuta esprimere con qualche iniziativa personale o suggerimento.Nulla di questa mia previsione.
Purtroppo il citato D.G. ha precisato che “trattandosi di intervento normativo esula dalla competenze programmatorie ed amministrative della Direzione Generale che è responsabile dell’applicazione della disciplina giuridica vigente”. Escludendo in tal modo la eventuale possibilità di proposta legislativa nell’interesse ed a tutela economica degli ufficiali in servizio di cui, tuttavia, si occupa la stessa Direzione Generale. Alla forte delusione replicavo con osservazioni giuridicamente ineccepibili (considerando fuori dalla logica dell’esercizio della Giustizia costituzionalmente garantito ad ogni cittadino la proposta fatta dal D.G. di abolire per legge il Ricorso Straordinario al Capo dello Stato) alle quali il Grand Commis con le stellette ha reagito con un esplicito richiamo all’art. 982 del Codice dell’Ordinamento Militare approvato con Dlgs n. 66/2010, il cui para 2. recita: “Il militare in congedo e’ in ogni caso soggetto alle disposizioni di stato riflettenti il grado, la disciplina e il controllo della forza in congedo.”
Mi ricorda lo “stia punito” del Caposcelto in Accademia. 58 anni fa.
La minaccia di essere punito alla soglia degli anni 80 credo sia unica nella storia delle Forze Armate. Ed, ironia della sorte, viene formulata con una storica data: 150° dell’Unità di Italia.
Una perla che mancava nel mio curriculum vitae. Una notizia che va diffusa sia sul ns. organo di informazione sia sui circuiti di internet.
La proposta del provvedimento disciplinare farà certamente sorridere non solo il collegio giudicante. Ma tutte le Forze Armate. Un inciso: la minaccia mi inorgoglisce, ma non so come dirlo ai miei cari. Consorte, figli e nipoti. Anche in considerazione che la punizione, allorché irrogata dopo un formale processo come impone il citato Codice, mi verrebbe notificata almeno da un Luogotenente dell’ Arma dei Carabinieri.
Facendo ricorso ad un vecchio luogo comune: “chi nasce tondo non può morire quadro”, io sono nato tondo e continuerò, tuttavia, nella “battaglia” con altre iniziative intese a promuovere modifiche alle clausole capestro e vessatorie contenute nella legge istitutiva dell’A.S. E chissà se un giorno potrà trarne vantaggio anche il Direttore Generale di Persomil.
Vincenzo Ruggieri
Conosco ed apprezzo il collega Ruggieri per la sua competenza in materia giuridico-amministrativa e leggo sempre con piacere quanto scrive anche sul periodico UNUCI.
Considerando la preparazione sulla materia, suggerirei al Direttore Generale del Personale Militare di consultare Ruggieri sugli argomenti che interessano noi in quiescenza e di evitare prese di posizione “ridicole”.
Effettivamente fra non molto anche lui sarà da questa parte della barricata e si renderà, finalmente, conto che le maggiori difficoltà le troverà proprio nella ricerca di un dialogo con i suoi colleghi in servizio.
Tutto questo è veramente squallido e non aggiungo altro. Non vorrei trovarmi anche io relegato in casa a scontare la “punizione”.
Vergogna Sig. Generale!!!!!!!!!
Ho letto la facezia di tenore militar-disciplinare con divertita tristezza.